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Dovendo fornire un riscontro sulle zone più compromesse dal punto di vista dell’inquinamento, i nostri interlocutori ci hanno segnalato come più critiche le aree a NORD-EST (la zona, per intenderci, del quartiere commerciale/uffici di Zunino + Esselunga) e la zona del piezometro PZC (in vicinanza dei laghetti artificiali a NORD, dove sarebbero dovute costruirsi le residenze di lusso). Anche in corrispondenza del terreno dove sarebbero dovute sorgere le case ALER si sono riscontrati alcuni superamenti, per cui l’area dovrà essere reindagata. Da valutare bene anche le collinette antirumore lungo le tangenziali, un cordolo di terreno a ridosso del muro di cinta sempre lungo la tangenziale. Non destano preoccupazione, a meno di cattive sorprese in una fase di analisi più approfondita, le svariate collinette di macerie edilizie che si trovano sull’area Merezzate e lungo via Sordello/Savinio, sebbene ci sia un palleggio di responsabilità sulla loro formazione che potrebbe portare ad un ritardo nella determinazione di chi le dovrà eliminare. Non dovrebbero esserci difficoltà di sorta sulla promenade, che sarà oggetto di ulteriori indagini, per le fosse del terzo palazzo Sky e dell’edificio di terziario lungo via Pizzolpasso: l’acqua che vi affiora potrebbe essere composta in parte da acqua meteorica e da acqua di falda.
Un discorso più articolato merita il parco trapezio. Fermo restando che anche per questo saranno effettuate nuove e più approfondite indagini per verificare la qualità dei terreni e della falda sottostante, le irregolarità già rilevate hanno portato ad evidenziare la presenza di materiale di riporto (per ora macerie e rifiuti di vario tipo,) in alcune zone dello stesso, quando la convenzione avrebbe previsto terreno di buona qualità. Allo stato attuale, facendo riferimento alle esperienze di altre situazioni esaminate nel passato, la situazione non sembra preoccupante, e sono in corso confronti con l’Asl, che è competente per la verifica degli aspetti sanitari con la quale saranno comunque condotte analisi specifiche di conferma. Sulla base delle prossime indagini verranno individuati gli opportuni eventuali interventi. Gli approfondimenti e gli eventuali interventi saranno comunque estesi a tutto il parco sino dove necessario. L’asilo, in ogni caso per quanto noto non dovrebbe subire ripercussioni, ma verranno realizzati nell’immediatezza con la massima celerità gli interventi conoscitivi concordati con Asl, specifici per la situazione. La sua apertura sarà quindi assoggettata alla verifica del certificato di agibilità da parte dell’ASL anche alla luce dei nuovi rilievi.
ARPA ha tenuto a sottolineare che, tempo addietro, aveva fornito parere favorevole sulla corretta riuscita della bonifica dell’area ex-Redaelli, e quindi anche della zona che sarebbe divenuta il Parco Trapezio. Se, in seguito, azioni criminose hanno portato al riempimento della stessa con materiale fuori norma, il fatto non può essere escluso e, comunque, non era nelle proprie competenze verificarlo.
Il dott. Sgorbati ci ha resi edotti circa l’intenzione di Risanamento di costituire un fondo per la messa in sicurezza dell’area. Si rileva il fatto che Risanamento, dopo aver assistito alle prime verifiche in loco dei tecnici ARPA delegati dalla Procura, abbia essa stessa effettuato un’opera di campionamento dei terreni e delle acque, affidandosi ad una ditta esterna mai utilizzata finora nella nostra area ed autodenunciandone i valori fuori norma.
Le cisterne che si sono potute notare recentemente sui luoghi sono servite, e stanno servendo, all’opera di analisi delle acque di falda da parte di Risanamento.
Un appunto sulla possibile pericolosità dei materiali ritrovati. Ferma restando l’assoluta improbabilità di ingerire, da parte di un cittadino, l’acqua inquinata, l’unico altro modo in cui un inquinante potrebbe provocare danni alla popolazione sarebbe derivante da una sua inalazione, ma ci è stato riferito che, per loro stessa natura, taluni inquinanti rilevati nell’area non sono volatili, ma aderiscono al suolo e/o si depositano e non si disperdono né nell’acqua né nell’aria. Verranno eseguite a breve indagini per escludere completamente la presenza di composti volativi che potrebbero dar eventualmente luogo a vapori, anche se si ritiene poco probabile la loro presenza nell’aria. Rimanendo il divieto di frequentazione delle aree di cantiere, appare che per quanto ad oggi noto chi lo ha fatto finora non dovrebbe aver corso alcun rischio. Anche su questo aspetto le competenze sono dell’Asl che è già stata informata. Rimarrebbe da valutare la qualità dell’acqua dei due laghetti, nei quali, probabilmente, potrebbe insinuarsi la faldina superficiale, ma non se ne ha certezza.
Per quanto attiene gli aspetti legati all’eventuale uso di acqua di falda per irrigare piante ed ortaggi, come ad esempio quelli coltivati negli orti lungo via Feltrinelli, ARPA ha riferito che in diversi casi già affrontati non si sono riscontrate problematiche particolari, ma anche in questo caso occorrono indagini specifiche.
Arpa si sta comunque attivando per la verifica , in collaborazione con Asl, dell’utilizzo di eventuali pozzi presenti nell’intera area, per escludere eventuali problematiche esistenti. Se necessario, ARPA è disponibile anche per la verifica dello stato dei vegetali, su richiesta di ASL.
Concludendo, il dott. Sgorbati si è detto disposto a partecipare ad una riunione pubblica una volta superata questa prima fase ed avviate tutte quelle attività atte a predisporre il dissequestro di quante più aree possibili.
Cordialmente,
il Comitato
Relazione incontro con Arpa del 23 luglio 2010 - parte 2
pubblicato il 29/07/2010Comitato di Quartiere